A fine Maggio per Biennale session insieme a tanti attivisti, artisti, ricercatori abbiamo parlato di due importanti lavori P.I.G.S e Spazi d’eccezione. P.I.G.S, è un progetto che abbiamo concluso l’anno scorso confrontandoci con diverse realtà tra Portogallo, Italia, Grecia e Spagna e che ora è diventato un libro pubblicato da milieu edizioni.
P.I.G.S. è un acronimo per indicare quattro Paesi dell’area mediterranea, Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, ma è anche la parola inglese per dire «maiali»; così ci definisce il gergo neoliberista nelle espressioni di alcuni giornalisti economici e di certa stampa scandalistica nordeuropea, come «maiali». Dal mio punto di vista antispecista è un non sense o un complimento, ma credo che chi usa quel termine lo trovi un insulto cosa che ci fa capire bene come i loro neuroni scivolino su un tapis roulant.
La crisi economica favorisce nella comunicazione dei mass media la diffusione di un linguaggio crudo, offensivo, ma quella che chiamano crisi è in realtà solo capitalismo. L’arte risponde con ironia. P.I.G.S. è stato un progetto internazionale di attivismo artistico e culturale, che ha voluto controbattere al vocabolario della crisi. Il gruppo di lavoro internazionale Escuela Moderna/Ateneo Libertario ha organizzato una serie di occasioni espositive (di performance e video) e un parallelo ciclo di conferenze e tavole rotonde, nelle quali artisti, antropologi, urbanisti e collettivi si sono confrontati su diversi temi tra loro connessi.
Questo libro è dunque una testimonianza del lavoro svolto, ma non solo, sicuramente raccoglie alcuni dei materiali presentati nei vari eventi del progetto, ma non mancano riflessioni nate dentro e intorno al progetto stesso, non è una semplice raccolta di saggi d’arte quanto il ritratto a mosaico di una militanza artistica.
Anche Spazi d’eccezione oltre a essere una mostra esposta al Sale Docks di Venezia è diventato un libro, sempre pubblicato da milieu edizioni.
Questa raccolta eccezionale in tutti i sensi conta più di 100 autori che hanno messo in piedi un “giro del mondo in 80 progetti”, coordinati dal collettivi S.a.L.E.-Docks e Escuela Moderna. Architetti, artisti, performer e attivisti si sono messi così ad indagare la “spazializzazione” dello stato d’eccezione, i suoi effetti sullo spazio urbano e i flussi di vita che lo attraversano.
Lo stato d’eccezione è quello spazio coinvolto in una serie di dinamiche che collimano con eventi storici che alterano la dimensione e creano una frattura che può essere risanata o restare un ricordo indelebile nella memoria di un luogo: è accaduto a Parigi dopo gli attentati, accade nei campi profughi della Balkan Route piuttosto che a Lampedusa.
Quindi parliamo di un libro, un meeting e una mostra. Gli artisti, i ricercatori però hanno voluto suggerire, oltre lo stato di sicurezza che pare sostituirsi allo stato di diritto, l’esistenza di quelle che abbiamo definito eccezioni costituenti, dove il termine eccezione si carica di senso positivo, diventa obiezione nei confronti del governo securitario e della tanatopolitca, dando vita a modelli altri di convivenza. Questo accade con il confederalismo democratico in Rojava, accade in Europa con l’esplosione di movimenti sociali, nelle piazze infuocate di Parigi, negli scioperi selvaggi, con le occupazioni, con le lotte contro i CIE, con gli assalti ai cantieri della TAV ma anche a Detroit nella crisi dell’immobiliare e in moltissimi altri spazi d’eccezione che abbiamo voluto raccogliere nel nostro libro. Insomma BUONA LETTURA!
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